Campagna vaccinale, Susanna Esposito a Radiouno: “Rischio nuove varianti, vaccinare in fretta”
In Italia la distribuzione dei vaccini prosegue a rilento rispetto agli altri Paesi europei. Il confronto con la Gran Bretagna è impietoso: mentre il Belpaese stenta a superare le 250mila dosi somministrate quotidianamente, oltremanica hanno appena toccato il record di oltre 870mila. Una delle problematiche principali riscontrate è la differenza tra sistemi regionali, che stanno affrontando la campagna vaccinale con velocità e modalità distinte. Sul tema è intervenuta Susanna Esposito, infettivologa e ordinario di Pediatria all’Università di Parma, che ha partecipato alla puntata del 23 marzo di "Tra poco in edicola". Durante la rassegna stampa notturna di Radiouno condotta da Stefano Mensurati, la professoressa parla di un risultato ampiamente atteso: "In generale, nel mondo delle vaccinazioni e della sanità ci sono sempre state diversità tra le regioni. Ciò che sta accadendo è un qualcosa che ci si poteva attendere. Il problema principale è che le performance non sono equivalenti sul territorio nazionale, e questo ha ricadute anche nell’ottica della strategia di prevenzione". Accade dunque che alcuni territori siano più efficienti rispetto ad altri dove riaffiorano prepotentemente problemi ormai atavici: "In molte realtà la campagna vaccinale sta procedendo al meglio. Tuttavia uno dei limiti principali è stato quello dell’approvvigionamento dei vaccini, cosa che non dipende dalle singole regioni". Ciò che sta accadendo, secondo la Presidente di WAidid, conferma un dato essenziale: "Non dimentichiamoci che il Covid-19 ha evidenziato l’importanza delle realtà territoriali, perché anche l’impatto è stato diverso da regione a regione. Il territorio deve tornare ad essere rilevante". Il focus della trasmissione si sposta poi sulla confusione che si è creata nelle ultime settimane sui vaccini. La Professoressa si sofferma sul fenomeno dei medicinali assunti per prevenire gli effetti collaterali, in particolare quello prodotto da AstraZeneca: "A meno che non ci siano indicazioni da parte dei medici, come ad esempio sull’uso del paracetamolo per febbre e dolori in sede di iniezione, è importante non assumere farmaci per evitare rischi che in realtà non sono documentati in maniera superiore rispetto a quanto si osserva nella popolazione generale. Per quanto riguarda l’uso di aspirina o eparina, non ci sono assolutamente indicazioni di questo tipo". Susanna Esposito insiste anche sull’importanza di vaccinarsi per le persone che hanno già manifestato l’infezione: "Chi ha avuto l’infezione deve vaccinarsi con un’unica dose, a distanza di 3 mesi dalla guarigione. Questo perché l’infezione determina una risposta immunitaria nettamente inferiore a quella del vaccino e che inoltre va scemando in breve tempo. Quindi è necessario un boost del sistema immunitario per aumentare il titolo anticorpale". In chiusura la professoressa lancia un monito: "La situazione è complicata, ma dobbiamo dire che tutti i vaccini che abbiamo a disposizione sono efficaci per l’abbattimento della malattia. Se non vacciniamo in fretta, rischiamo lo sviluppo di nuove varianti, alcune delle quali potrebbero mettere a rischio l’efficacia stessa della vaccinazione".
Per ascoltare l’intervento integrale:
https://www.raiplayradio.it/audio/2021/03/TRA-POCO-IN-EDICOLA-14f0c98f-5697-4605-af76-d027af56a1ea.html